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Calcio RFID: le squadre scommettono su tecnologie e social web

Calcio RFID, ovvero tecnologie di identificazione univoca applicate al business del pallone. Qui ci si preoccupa per la Tessera del Tifoso con l’Rfid mentre all’estero sulle nuove tecnologie si sta costruendo un nuovo mondo.

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Tra i precursori europei va citato in il Manchester City ha scelto da tempo un calcio Rfid e un insieme di tecnologie all’avanguardia all’insegna della Internet of Things, tra cui la realtà aumentata, i social ma anche le app. È così che si instaura una migliore relazione con i tifosi, promuovendo campagne di comunicazione innovative. Utilizzare soluzioni convergenti è una strategia di entertainment astuta perché consente una costante interazione tra mondo online e mondo offline.

Acquistato nel 2008 dallo sciecco Mansour bin Zayed Nahyan, il club calcistico più ricco del pianeta continua a investire milioni e milioni di sterline sui piedi d’oro del futuro, mossa che gli è valsa un posto sul podio della Premier League, la sezione digital della società sceglie la strada dei free content online per i suoi adepti.

«È come trovarsi a dirigire una startup – dichiara sorridendo Richard Ayers, digital strategist della società, chiamato a gennaio per dirigire il piano comunicazione del Manchester -, una corsa a perdifiato, ma con quello stesso fiato sul collo per rispondere alle richieste di un venture capitalist molto esigente».

Calcio RFID significa anche contenuti extra per i tifosi

Sebbene il Manchester, come tante squadre scozzesi e inglesi, abbia in precedenza chiesto ai tifosi una cifra mensile per accedere a contenuti extra online, soprattutto video, dopo l’acquisizione da parte dello sceicco, la prassi è decaduta lasciando spazio alla produzione di contenuti cosiddetti behind-the-scenes affidati ad Endemol e fruiti gratis su CityTv accompagnati da altrettante 150 storie, scritte ogni mese da un team di 15 persone.

«È ovvio che il core business sia il calcio, ma visto che va così bene, adesso ci concentriamo sull’innalzamento dell’audience e sulla fidelizzazione – racconta Ayers e incalza – non chiediamo nessun tipo di esborso ai nostri tifosi. Concediamo i nostri contenuti for free. Siamo il primo club (e forse l’unico) ad averlo fatto. L’Arsenal aveva elaborato qualcosa di simile, ma tutti gli altri continuano a tassare».

Nonostante la Premier League abbia portato YouTube in tribunale per i contenuti fuori dal copyright postati dai singoli utenti, il Manchester ha da poco lanciato un suo canale, CityTv per l’appunto, che ha raggiunto in poco più di 10 ore circa 100.000 visualizzazioni. Eppure la divisione digital della società raschia il fondo del barile, della squadra che è definita miniera d’oro.

«Ho lavorato in posti con un budget decisamente più alto – dichiara Ayers-. Qui è diverso. I soldi a nostra disposizione sono veramente pochi e spesso non è possibile averne degli altri, ma se si lavora bene e si viene a capo di idee innovative e con forti possibilità di successo non è detto che i piani alti non tornino sui loro passi portando un sostanzioso aiuto».

Club calcistici ad alto tasso di tecnologia

Un esempio concreto che vedrà la luce nella prossima stagione è l’utilizzo del calcio RFid. Ayers ha aiutato a razionalizzare ¾ dei membri del club attraverso tessere con chip a radiofrequenze corredate da qrcode e accesso a contenuti in realtà aumentata, senza avere neppure un’idea concreta di come funzionassero.

«Alla combinazione delle varie tecnologie penseremo in un secondo momento, per adesso la vedo come un’intuizione vincente. Abbiamo circa 40000 visite a settimana di persone che hanno la card convergente – spiega Ayers -, per ora i fan la usano per accedere a contenuti extra sulla Coppa d’Inghilterra».

bottone-autoidCerto, se è vero che ogni società è diventata nell’epoca digitale una media company è vero anche che è necessario se non obbligatorio un cambio di registro dove i tifosi diventano audience e poi più brutalmente utile. Ed è su questa idea che Ayers sta pensando alla prossima mossa del calcio RFID, che potrebbe essere quella del data-tainment, vale a dire l’intrattenimento derivante dai dati tecnici riguardanti lo sport, servizi offerti da società come Opta e ProZone.

Stiamo pensando di costruire un’intera architettura di dati distruibiti – fa sapere Ayers – per l’intero sito. I dati sulle performance della squadra sono strabilianti. Non è solo questione di sapere quanti calci d’angolo o quanti gol sono stati fatti si può addirittura conoscere la velocità a cui un singolo giocatore correva nei primi dieci minuti del primo tempo. È esaltatnte per uno che come me era assolutamente ignorante in materia fino a qualche mese fa. In sostanza, stiamo elaborando un modo per circondare quei dati di un’aura così attraente da far divertire la gente che li consulta. Siamo aperti a tutti i suggerimenti”.

I successi del Manchester City non si fermano qui. Negli ultimi mesi i dowload dell’app iPhone a pagamento (2.99 £) sono cresciuti sfiorando i 15mila user.

Siamo rimasti un po’ statici sul mobile, ma ci ributteremo nella mischia molto presto. Le opportunità sono talmente tante che è un peccato stare a guardare – commenta Ayers, che rivela il prossimo lancio di una nuova applicazione per Android e altri sistemi operativi mobili – siamo in trattative con Foursquare per cercare il modo migliore di integrare i loro servizi con i nostri e venire incontro alle nostre esigenze”.

Tutta questa attività digital fa sorgere spontaneo il paragone con i diretti e meno digital-oriented antagonisti del Manchester City, i rossi del Manchester United. «Pare che un calcio RFID a loro non interessi» commenta, discreto, Ayers.

Una squadra attenta alla colonna sonora

Nel frattempo, per non stare con le mani in mano, il City promuove un servizio di music remix su supporto mobile fornito dalla Bounce Mobile Technology che permette ai tifosi/audience di elaborare una traccia in onore della squadra o addirittura di remixare l’inno del club, chiamato Blue Moon.

«ManCity, come brand, è strettamente legato alla città e quindi alla sua fervente scena musicale. I fratelli Gallagher per esempio sono dei gran tifosi” afferma Ayers, “abbiamo lavorato con la Bounce per implementare contenuti free, ma siamo già in contatto con Oasis, Doves e Mike Pickering, capo dell’A&R della Sony».