Tecnologie esponenziali: quali sono e cosa significano per il business
Tecnologie esponenziali contrapposte alle tecnologie lineari a livello di modelli, approcci e, soprattutto, punti di riferimento e di sviluppo. In altre parole, con le tecnologie esponenziali l’innovazione è sempre dirompente. Digital transformation e applicazioni sempre più contestuali ed efficienti cambiano ogni settore industriale, privato e pubblico.
Dallo sviluppo sequenziale allo sviluppo esponenziale
Se fino a ieri il mondo della produzione era basato su cambiamenti incrementali e processi di miglioramento addizionali e sequenziali, oggi il ritmo di alcuni cambiamenti tecnologici costringe le aziende a compiere un salto quantico rispetto a qualsiasi orizzonte di ragionamento tattico e strategico. Per capire meglio, basta pensare all’impatto sullo sviluppo del business delle nanotecnologie, della robotica, delle tecnologie mobile, della Internet of Things o della Blockchain.
Lineare versus esponenziale: il vero significato dell’innovazione
Qual è la differenza tra una tecnologia lineare e una tecnologia esponenziale? Gli esperti utilizzano diverse metafore ma una, in particolare, risulta immediatamente intuitiva.
- Quanto sono 30 passi lineari? Risposta: corrispondono a circa 30 metri.
- Quanti sono 30 passi esponenziali? Risposta: corrispondono a circa 1 miliardo di metri il che, tradotto, significa che ci permettono di andare sulla luna, circumnavigarla una ventina di volte, ritornare sulla terra e avere ancora 50mila passi a disposizione da percorrere a proprio piacimento…
Alla luce di questa nuova consapevolezza, è chiaro come le tecnologie esponenziali impongono di riprogrammare il concetto di cambiamento per favorire modelli di innovazione dal potenziale incredibile.
Cronistoria delle tecnologie esponenziali: le leggi di Moore
A parlare per primo di tecnologie esponenziali fu nel 1965 Gordon Moore, pioniere della microelettronica nonché co-founder di Intel, che in una sua pubblicazione evidenziava come tra 1959 e il 1965 il numero di transistor contenuti in un microprocessore raddoppiasse ogni 18 mesi. Questa accelerazione, passata alla storia come prima legge di Moore, vale anche per altre tecnologie esponenziali, capaci di evolvere a una velocità anche di molto superiore.
A distanza di 50 anni, la prima legge di Moore sta dimostrando i suoi limiti, dal momento che l’inserimento di sempre più transistor nel medesimo spazio ha subito un forte rallentamento dovuto sia ai limiti fisici che riguardano i materiali (in primis il silicio) sia ai costi della miniaturizzazione, ormai saliti alle stelle. Ma le intuizioni di Moore conservano una valenza importante. Meno nota ma altrettanto significativa, infatti, è la seconda legge di Moore che recita, testualmente: «Sarebbe molto più economico costruire sistemi su larga scala a partire da funzioni minori, interconnesse separatamente. La disponibilità di varie applicazioni, unita al design e alle modalità di realizzazione, consentirebbe alle società di gestire la produzione più rapidamente e a costi minori». Si tratta, in estrema sintesi, del principio della granularità e della ricombinazione.
Che cos’è il principio della ricombinazione
Il mondo moderno, infatti, sta imparando a mettere a fattor comune varie innovazioni. Sul principio della ricombinazione di diverse scoperte che possono appartenere anche a branche diverse della scienza, della biologia, della fisica, della meccanica, dell’informatica o dell’elettronica, si creano nuove economie di scala dell’innovazione, basate sulla condivisione e sulla co-creazione.
Non a caso, i principali attori del secondo millennio sono proprio i system integrator che, in qualità di partner delle imprese, aiutano le organizzazioni a cavalcare il cambiamento e a fare la differenza, combinando varie tecnologie e soluzioni, mixando creatività progettuale, competenze su più ambiti tecnologici ed esperienza nell’integrazione e nello sviluppo.
Come progettare l’innovazione oggi
L’importante è avere una visione prospettica dell’innovazione. L’ordine dei ragionamenti con le tecnologie esponenziali non deve essere mai proiettato solo sul presente ma su quello che accadrà da qui ai prossimi tre o quattro anni. Rispetto al passato, infatti, oggi abbiamo una conoscenza tale da permetterci addirittura di sapere quando verranno rilasciate le nuove tecnologie.
Si prenda ad esempio il 5G: è stato annunciato e spiegato ancora prima di entrare in produzione. Questo significa dare tempo alle imprese di cogliere le sue potenzialità per iniziare a progettare nuovo business. Per inciso il nuovo standard di comunicazione mobile 5G traghetterà le aziende nella cosiddetta gigabit society, consentendo cose fino ad oggi impossibili (ad esempio, il multi-streaming ad alta definizione). Già dal 2018 in alcune città la rete 5G arriva a raggiungere una velocità di navigazione pari a 1000 Mb/s, garantendo una velocità di download mediana di 1,4 Gbps. Il che significa una larghezza di banda e una velocità della trasmissione dati in mobilità davvero esponenziali, con una latenza nell’ordine del millisecondo. Il che apre nuove possibilità applicative e nuovi servizi nell’era dello smart manufacturing e delle smart city.
L’impatto delle tecnologie esponenziali sul business
Se fino a ieri i modelli di business emulavano un aspetto lineare, con un collegamento a senso unico fornitore/cliente, oggi il cluster tecnologico associato all’Industria 4.0 evidenzia come ogni business sia, in realtà, un insieme di ecosistemi caratterizzati da relazioni multidirezionali dove le merci di scambio includono informazioni e servizi.
La quarta rivoluzione industriale fa ampio uso della smart automation. Utilizzando le tecnologie esponenziali, infatti, le aziende scelgono una gestione guidata dai dati. Dall’RFID ai nuovi sensori e attuatori di ultima generazione che permettono a qualsiasi oggetto di essere connesso e comunicante in tempo reale, anche i cambiamenti diventano esponenziali.
“Al mantra delle 3P (Prodotti, Processi e Prestazioni) – spiega Ubaldo Montanari, Ceo di Tenenga – si aggiungono nuovi livelli di razionalizzazione ed efficienza associati a una tracciabilità e a una rintracciabilità garantita dall’uso di una sensoristica avanzata che, oltre a rendere efficienti i meccanismi produttivi e distributivi, salvaguarda beni, mezzi e persone. Ad ogni livello della filiera gli operatori possono finalmente lavorare in maniera integrata, condividendo informazioni, obiettivi e risultati, riducendo margini di errore e sprechi, nel pieno rispetto del time to market”.
Tecnologie esponenziali: qualche esempio
Se l’innovazione consiste nella capacità di introdurre nuovi sistemi, nuovi ordinamenti, nuovi metodi di produzioni, le tecnologie esponenziali aprono alle aziende nuovi scenari di sviluppo e di business. Qualche esempio?
#1 NANOTECNOLOGIE
Le nanotecnologie associate ai sensori che compongono il mondo della IoT, ad esempio, abilitano identificazione univoca, geolocalizzazione e monitoraggio in tempo reale tali da permettere una supervisione estremamente efficiente non solo dell’azienda ma dell’intera filiera: dal fornitore di materie prime al consumatore finale. Dallo smart packaging alla gestione degli asset, dall’anticontraffazione alla dematerializzazione dei pagamenti, l’intelligenza delle cose sta ridisegnando tutti i modelli organizzativi e comunicativi.
#2 ROBOTICA
La robotica, dai megabracci meccanici chiusi in gabbie di protezione e monoservizio, oggi sta diventando sempre più user-friendly, agile, multifunzionale e collaborativa. L’ultima frontiera dello sviluppo, infatti, sono i cobot, robot collaborativi che, oltre a svolgere vari tipi di mansioni in ottica multiprocesso, lavorano a fianco delle persone in totale sicurezza.
#3 BIG DATA
I Big Data, ovvero la gestione di grandissimi moli di informazioni generate da un mondo sempre più connesso e comunicante stanno rivelandosi un approccio fondamentale al business. L’estrazione e l’analisi dei dati che servono, quando servono davvero, infatti, inaugura l’era dell’economia data-driven. Dalla logistica alla produzione, dalla distribuzione alla post vendita le aziende in tempo reale possono cortocircuitare le informazioni con sistemi di feedback automatici: i dati fluiscono dallo spazio fisico a quello digitale e viceversa. Gli smart data, infatti, portano valore nelle organizzazioni, fornendo maggiore visibilità, monitoraggio e controllo, consentendo di risolvere anomalie e criticità anche complesse.
Ma attenzione ai falsi miti
“L’adattamento a queste nuove realtà applicative richiede una trasformazione che mette la tecnologia e il digitale al centro dello sviluppo – conclude Montanari -. Il ritmo del cambiamento che stiamo vivendo è più veloce che mai. Le tecnologie esponenziali consentono uno sviluppo facilitato da progressi sostanziali e anche una riduzione degli errori e dei costi. Ma è necessario sfatare i falsi miti e procedere con concretezza. Serve un’analisi concreta dei bisogni e degli obiettivi che si vogliono raggiungere per mettere a punto una progettazione contestuale, ovvero calata sulle specifiche di un’organizzazione e attraverso una selezione di tecnologie funzionali al business. Le tecnologie esponenziali non si vendono a pacchetto: sono una combinazione di approcci e soluzioni che vanno calate in un ambiente che va studiato e capito per finalizzare il successo del business”.