Street food e una nuova cultura alimentare che sa raccontare la qualità
Diffuso in tutto il mondo, lo street food sono la piadina romagnola, il fish and chips, il panino con la porchetta o il piatto vegano di cereali e verdure. Il cibo da strada molto spesso è fresco, buono e genuino perché rappresenta il chilometro zero del servizio alimentare. La tracciabilità e la rintracciabilità informativa, a questo proposito, possono fare la differenza per il consumatore: se ne è parlato negli scorsi giorni all’Italian Makers Village in Via Tortona 32 a Milano, in occasione di un evento intitolato Reinterpretare la cucina di strada. Gusto e salute nello street food, dove le tecnologie come il nuovo codice bidimensionale SixTrue si confermano poter fare la differenza nel garantire la massima trasparenza delle informazioni al punto da valere come certificazione di qualità.
Lo street food raccontato dal SixTrue, un codice a barre unico e davvero innovativo
Lo street food raccontato da un codice a barre che racconta origine degli ingredienti attraverso il valore di un’ identificazione univoca è la proposta che è emersa nel corso dell’evento. A raccontarla, il dottor Ernesto Beretta, dell’Università Degli Studi di Milano del dipartimento di Scienze Veterinarie per la Salute, la Produzione Animale e la Sicurezza Alimentare (VESPA), di cui Tenenga è partner tecnologico. Nel suo intervento intitolato Street Food di Qualità: tracciabilità e sostenibilità dei prodotti, Beretta ha sottolineato come oggi esistano tecnologie che consentono di tracciare e di seguire un alimento, un mangime attraverso tutte le fasi di produzione, trasformazione e distribuzione.
“A proposito di street food, si calcola che circa la metà degli abitanti del pianeta consumino cibo acquistato dai venditori ambulanti, in piedi – ha spiegato nel corso dell’evento -. Le normative vigenti impongono una nuova trasparenza informativa in merito non solo all’origine degli alimenti ma anche al tipo di composizione e di lavorazione dei piatti. Si tratta di concetti che valgono in tutti i settori e per tutte le tipologie di prodotti. A questo proposito c’è un nuovo codice bidimensionale capace di parlare ai consumatori in maniera estremamente precisa e addirittura certificata dall’identificazione univoca come un’impronta biometrica. Si chiama SixTrue ed è una combinazione di un barcode 2D (Qrcode) associata a una marcatura di cornice, formata da una serie di punti/macchie colorate, che costituiscono la firma univoca del codice, proprio come un’impronta digitale: in fase di stampa ogni segno viene associato a un valore unico seriale che viene codificato all’interno del codice”.
I consumatori possono leggere il codice bidimensionale con la solita App oppure leggere anche la parte di marcatura per un’identificazione univoca associata a un processo certificato e qualificato.
Certificazione alimentare: il coraggio della qualità
L’Italia ha esempi in ogni regione di questo tipo di cibo semplice e facile da mangiare, dal classico tramezzino alla focaccia di Recco. Ma anche in questo caso non mancano esempi di chi ha iniziato a vendere cupcake, frullati, sushi e addirittura piatti stellati, come ha fatto Mauro Uliassi, lo chef che lo scorso anno si è fatto disegnare un truck speciale per portare il suo street food d’autore in giro per tutta l’Italia.
Poter raccontare attraverso un sistema di codifica impossibile da contraffare e con un valore unico e distintivo nel raccontare origine degli ingredienti e una storia associata a quel cibo, con uno storytelling all’insegna della verità e della qualità costituisce in un progetto di marketing e di comunicazione un segnale importante per tutti i consumatori, assicurando la qualità di ciò che mangiano, street food incluso.