Blockchain nel petrolchimico: i vantaggi della tecnologia nell’Oil&Gas
Blockchain nel petrolchimico e nell’Oil&Gas: le filiere si aprono all’Industria 4.0 per abbracciare la trasformazione digitale e reingegnerizzare i parametri di riferimento costruttivi, gestionali e manutentivi. La blockchain nel petrolchimico, in particolare, sta delineandosi come una tecnologia di riferimento a supporto dell’identificazione, della tracciabilità e di tutta la storia manutentiva degli impianti, associata una certificazione di tutti i dati gestiti e condivisi lungo tutta la filiera.
Blockchain nel petrolchimico e identificazione automatica
Nel settore del Petrolchimico e dell’Oil&Gas identificare con certezza e precisione persone/cose/animali porta innumerevoli vantaggi. Dal punto di vista della sicurezza sul lavoro, le tecnologie legate alla IoT (sensoristica avanzata e sistemi di rilevazione, monitoraggio e controllo geolocalizzato) permettono di ridurre i fattori di rischio attuando misure di prevenzione e protezione predittive e tempestive. La tracciabilità e la rintracciabilità delle informazione introdotta dalla messa a sistema continua dei dati permette poi una gestione e un presidio dei flussi all’interno e all’esterno di una azienda e/o di un processo produttivo e/o distributivo e/o manutentivo, portando alla governance maggiore trasparenza ma anche maggiore velocità.
«È sempre più importante e talvolta mandatorio disporre delle informazioni in modo rapido ed esente da errori – ha spiegato Ubaldo Montanari, specialista e consulente esperto di Identificazione Automatica, Industrial Internet of Things nonché CEO di Tenenga -. Avere questi dati, possibilmente in tempo reale, consente di tracciare/rintracciare un bene, la sua storia produttiva, distributiva e manutentiva. La prima domanda da porsi è: con quale tecnologia identificare il mio prodotto/oggetto? Per rispondere a questo quesito serve rispondere a un’altra domanda fondamentale: il mio oggetto può essere soggetto a contraffazione? Se la risposta al punto precedente è negativa, posso orientarmi anche sul vecchio e caro codice a barre Se la risposta è invece positiva, devo valutare delle tecnologie che mi garantiscano la non contraffabilità dell’identità del mio OGGETTO».
Come spiega l’esperto, una volta definita la tecnologia d’identificazione, le aziende devono valutare come vogliono gestire i dati relativi all’identità/tracciabilità dei loro prodotti:
- Vogliamo avere i dati su nostri server fisici?
- Preferiamo utilizzare una struttura cloud di terzi?
- Vogliamo avere una struttura distribuita?
- Quanto riteniamo i nostri dati possano essere prede appetibili per terzi?
«Le aziende devono capire che Tracciabilità e Anticontraffazione spesso hanno un legame indissolubile – ha proseguito Montanari -. Il problema di una distinzione tra identità dell’oggetto e sicurezza del dato, a monte, è di tipo culturale. Il percepito è sempre stato che fossero due aspetti assolutamente diversi anche se, spesso, collegati fra loro. Il senso è che tracciabilità e anticontraffazione sono spesso due facce della stessa medaglia: se l’identificazione del mio prodotto non fosse certa, tutto il resto del mio processo non sarebbe affidabile/veritiero. Paradossalmente l’errore di partenza nella scelta delle tecnologie non ideonee è stato di tipo semantico. Una cosa, infatti, è FORNIRE informazioni sulla tracciabilità/manutenzione. Un’altra è GARANTIRE che le informazioni fornite siano relative al prodotto di cui si sta parlando. Per capirci: codici a barre e QRCode o similari non garantiscono nulla. Un barcode infatti può essere duplicato da chiunque!».
I falsi miti della blockchain
Come osserva Montanari, oggi la blockchain è un argomento sulla bocca di tutti, spesso confuso con le criptovalute, Bitcoin in primis, di cui è l’asse tecnologico portante e proprio a causa di questo vociferare molte informazioni non sono esattamente puntuali. In questione non c’è la blockchain in sé e per sé ma l’origine dei dati. La blockchain, infatti, garantisce che il dato al suo interno, cioè nel mondo digitale, non possa essere modificato: ma se il dato iniziale è contraffatto/non veritiero?
In altre parole, la blockchain da sola non garantisce l’autenticità del prodotto o di una attività manutentiva. Calando il discorso in merito all’applicazione della blockchain nel petrolchimico e nell’Oil&Gas, è necessario che i dati di partenza gestiti siano garantiti da soluzioni di identificazione automatica legate all’uso della IoT. Il potenziale della blockchain, infatti, in virtù del suo modello decentralizzato e autonomo si presta ad applicazioni ancora più estese, soprattutto se agganciate all’uso dell’identificazione univoca: sensori in generale e tecnologie Rfid/Nfc in particolare. Nell’ambito della gestione del ciclo di vita del prodotto (Product Lifecycle Management), l’identificazione univoca e la geolocalizzazione legate all’uso di una sensoristica avanzata, consentono la rappresentazione digitale dello stato di un prodotto nello spazio e nel tempo con un’informazione garantita. A questo proposito, la blockchain nel petrolchimico e nell’Oil&Gas costituisce l’ultimo tassello di una gestione fondata su una gestione delle informazioni, certe e garantite.
I pro e i contro della blockchain
«La blockchain è dunque una tecnologia estremamente interessante – ha concluso Montanari – ma, come tutte le tecnologie, ha dei pro e dei contro. È vero che assicura trasparenza e immutabilità dei dati, disintermediazione e garanzia di integrità del processo. Il livello di sicurezza è tanto più alto quanto più l’informazione è distribuita/decentrata e cioè quanto più sono numerosi i soggetti che fungono da certificatori del dato. Se i certificatori sono pochi, e magari anche noti, questo la rende però meno sicura. Inoltre la blockchain è lenta: più l’informazione è decentrata, più è sicura e difficile da alterare tanto, parallelamente, serve più tempo affinché il dato sia certificato al suo interno. Il mio consiglio? Continuare a informarsi, ponderando con attenzione le nuove tecnologie/soluzioni e valutando con obiettività se le scelte intraprese portano valore aggiunto. È importante distinguere tra i vari tech topic: non bisogna seguire le mode. Quello che può essere fondamentale per un’azienda/organizzazione può essere assolutamente inutile per un’altra! Serve sempre onestà intellettuale e una buona analisi per capire come calare al meglio l’innovazione in azienda».
La blockchain nel petrolchimico ma anche in qualsiasi altro ambito applicativo è un argomento è molto complesso, e non si può esaurire in poche battute. A Bologna è sorta Decentra, Accademia dei Registri Distribuiti, che si prefigge di fare chiarezza e opera di divulgazione sull’argomento.
Sul nostro canale You Tube trovate la presentazione integrale in video a questo link.