Decreto Ronchi: Made in Italy e prodotti interamente italiani
Decreto Ronchi: si tratta dell’articolo 16 appena firmato dal Presidente della Repubblica, intitolato “Made in Italy e prodotti interamente italiani”. Perché è così importante?
Decreto Ronchi: serve innovazione per tutelare il Made in Italy
In merito al Decreto Ronchi, ecco le valutazioni del dr. Carlo Guglielmi, Presidente di INDICAM, Istituto di Centromarca per la lotta alla contraffazione, tema che con la protezione del made in Italy è assai strettamente intrecciato.
“È assai importante e positivo che questo decreto abolisca una disposizione (art. 17 comma 4) della recente legge 99 che fin dalla sua recente entrata in vigore il 15 agosto ha creato una serie di problemi (tra cui perfino la deviazione di spedizioni originariamente dirette ai nostri porti…): si trattava di una disposizione non solo incostituzionale e contraria al diritto comunitario, ma – nonostante le intenzioni – gravemente penalizzante per il nostro sistema economico nel suo complesso. Se non altro per questa parte, al decreto Ronchi va il nostro plauso incondizionato”.
“Molte perplessità suscitano invece le disposizioni sostitutive circa l’ “uso del marchio con modalità tali da indurre il consumatore a ritenere che il prodotto (…) sia di origine italiana…”. Tra l’altro, benché la normativa europea sull’origine sia sufficientemente chiara, questa è la quarta modifica apportata in 5 anni: ciò è già di per sé un fatto negativo, poiché i costi di adeguamento ripetuti incidono su produzione, logistica e commercializzazione in maniera alta e ingiustificata.
Inoltre si introduce una sanzione amministrativa pesante (fino a 250.000 EU) rispetto a comportamenti non identificati in modo preciso e univoco, ma che rimangono “aperti” senza ulteriori indicazioni all’interpretazione del singolo pubblico funzionario circa la lettura che ne darebbe un ipotetico consumatore: sembra più che altro un “processo alle intenzioni senza contraddittorio”, che oltre a tutto ignora l’orientamento consolidato della Cassazione in materia di marchi (in base a cui questi denotano “appartenenza aziendale”, non “origine geografica”). Ciò moltiplica le incertezze nelle scelte dell’imprenditore e rende più difficile e costosa la sua capacità di pianificazione.”
“Anche per quanto riguarda i provvedimenti relativi al cosiddetto “100% made in Italy”, le valutazioni di INDICAM sono alquanto perplesse: benché il decreto stesso preannunci che le modalità di applicazione saranno definite con ulteriori decreti interministeriali (evidentemente da valutare quando saranno presentati), fin d’ora mi pare di poter dire che queste disposizioni rischiano di creare confusione, introducendo una specie di “super Made in Italy” accanto al legittimo made in Italy basato sulle regole doganali dell’Unione Europea. Questo potrebbe generare l’impressione – assolutamente spuria – che la nuova categoria designi prodotti qualitativamente superiore a quella consolidata.”
“Da ultimo, con queste disposizioni viene imposto alle Forze dell’ordine un nuovo e complesso carico di problematiche da affrontare, che non potrà che andare a detrimento dei già notevolissimi sforzi da esse spesi nella lotta alla contraffazione sui diversi fronti.”
“È essenziale quindi – e su questo sono totalmente in linea con le dichiarazioni del ministro Ronchi alla stampa – che le norme sull’origine esistano solo con valenza europea: il tempo perché ciò avvenga è praticamente esaurito e bene fa il Governo italiano a impegnarsi a fondo in questa direzione.”