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Contraffazione prodotti: all’Italia costa 35 miliardi di euro ma si può combattere

Contraffazione prodotti, solo per quanto riguarda la manifattura italiana, a quota 35 miliardi di euro. Allargando il radar al mercato europeo, il fenomeno del falso cresce a dismisura. rapporto presentato lo scorso ottobre in occasione del Forum 2018 da Indicam, l’istituto di Centromarca (Associazione delle imprese di marca) in collaborazione con Ocse e Euipo (Agenzia per la difesa della proprietà intellettuale), racconta numeri che giustificano ampiamente l’innovazione. Le aziende devono avere maggiore lucidità e irrobustire le loro strategie. Perché la contraffazione prodotti ha un costo superiore ai budget utili a tutelare i consumatori e il business. Il focus dello sviluppo parte dai sistemi di etichettatura.

Contraffazione prodotti

Quanto vale il mercato del falso oggi?

Secondo gli analisti, il comparto della contraffazione prodotti solo in Italia genera un fatturato che supera i 10 miliardi di euro, arrivando a 85 miliardi di euro a livello Ue. La contraffazione procura un danno all’erario pari a circa 5,7 miliardi di euro di gettito, con una perdita occupazionale stimata nell’ordine degli 87mila posti di lavoro persi a causa del mercato del falso. La contraffazione prodotti vede al primo posto i dispositivi informatici (circa 2,3 miliardi di euro), mentre in termini relativi seguono il 15,3% di prodotti falsi nella pelletteria e nelle borse, il 14,3% nei giocattoli e un 13,4% nell’abbigliamento.

Nel radar dei prodotti contraffati tutto il mercato del lusso

bottone-anticontraffazioneUn’altra ricerca condotta intitolata The Global Counterfeiting Report 2018 spiega come la contraffazione prodotti colpisca in modo sempre più evidente il mercato del lusso.

Solo nel 2017 le vendite online di merci di lusso contraffatte hanno rappresentato il 31% delle perdite totali legate alla contraffazione. Si stima che la contraffazione sia stata responsabile di perdite per circa 98 miliardi di dollari nel settore dei beni di consumo di fascia alta, con la contraffazione online che è arrivata a generare 30,3 miliardi di dollari di perdite.

A livello mondiale per tutte le categorie di prodotti, l’importo della contraffazione totale ha raggiunto 1,2 miliardi di dollari nel 2017 e, secondo il report, è destinato a generare 1,82 miliardi di dollari entro il 2020.

Contraffazione prodotti: l’e-commerce driver pericoloso

A fronte delle azioni delle forze dell’Ordine e dei brand che hanno capito che è arrivato il momento di ricorrere alle tecnologie per tutelare dalla contraffazione prodotti i loro business i dati rimangono inquietanti. Se è vero che nel 2017 in Italia sono aumentate le ispezioni doganali (3.907 a fronte di 3.278 nel 2016) è vero anche che sono drasticamente diminuiti i beni contraffatti sequestrati: 593.487 contro i 1.006.661 dell’anno precedente. L’Agenzia delle Dogane italiana, ad esempio, nel solo I semestre 2018 ha già raggiunto oltre 1,7 milioni di pezzi sequestrati, per un valore di più di 5 milioni. Continuando così, si stima che, quest’anno, i sequestri di falsi in Italia cresceranno di quasi il 30%.

Come sottolineano gli esperti il motivo è legato al fattore e-commerce. Sono cresciuti gli italiani multicanale (oggi arrivati a 35,5 milioni) di cui il 44% usa il web anche per acquistare (Fonte: Osservatorio Multicanalità – School of Management del Politecnico di Milano e Nielsen ottobre 2018). Secondo una delle ultime indagini della Camera dei deputati, sono 19 milioni i consumatori che comprano on line, a fronte di 40mila imprese che vendono sul web. Inoltre, secondo un recente studio condotto dall’Euipo, il 9% dei giovani italiani ha acquistato volontariamente prodotti contraffatti on line negli ultimi 12 mesi.

Proteggere la proprietà intellettuale di un prodotto

Contrastare la polverizzazione delle consegne generata dal commercio online che atomizza il fenomeno della contraffazione prodotti impedendo alle forze dell’ordine azioni mirate, tempestive e massive è un problema difficile da gestire. 10 anni fa, ad esempio, bloccando un container si fermavano, con una sola operazione, migliaia di pezzi e talvolta milioni di euro di merce destinata a finire sulle bancarelle. Oggi le persone acquistano online (preferibilmente via Facebook) e la merce viaggia in piccoli pacchetti con posta ordinaria o corrieri internazionali. Intercettare 100mila pacchetti, ciascuno con uno o due pezzi dentro è molto più difficile. Infatti, il maggior numero di articoli fermati arriva, ancora oggi, dai sequestri via mare, mentre il 65% dei procedimenti aperti in Dogana riguarda spedizioni postali.

Nel rapporto Why do countries export fakes?, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e l’Ufficio dell’UE per la proprietà intellettuale (EUIPO) analizzano i fattori che influenzano l’esportazione di prodotti contraffatti a livello globale. Un grosso punto di debolezza evidenziato dagli esperti è la mancata capacità dei brand a proteggere la proprietà intellettuale.

La contraffazione prodotti dunque ha bisogno di soluzioni  non solo più capillari ma anche più funzionali e tempestive.

Usare etichette intelligenti in modo intelligente

Il punto di partenza è che un’etichetta dotata di barcode non tutela i marchi e i consumatori. La protezione del brand si può effettuare solo identificando in modo certo e univoco il prodotto al fine di dimostrare se è originale. Le tecniche di identificazione per essere funzionali ed efficaci, devono consentire la tracciabilità  e la rintracciabilità (trace & tracking) dei dati messi a sistema. Le informazioni associate a ogni singolo prodotto, infatti, sono registrate in un archivio e possono essere recuperate, consultate e condivise in ogni momento, garantendo la sua autenticità. Da tempo si usano con successo ologrammi, filigrana e inchiostri invisibili ma la la contraffazione prodotti è diventata sempre più sofisticata. Ecco perché negli ultimi anni la ricerca e lo sviluppo sono andati avanti, anche per rispondere alle esigenze dei consumatori che esigono maggiori informazioni sull’origine e sui metodi di lavorazione.

Le tecnologie che al momento stanno confermando i migliori risultati sono i tag RFID, NFC o, nella versione ancora più evoluta, la combinazione RFID+OTP mentre il Sixtrue consente di condividere le informazioni di autenticità anche in modo diretto ai consumatori finali.

L’intelligenza tecnologica consente di produrre etichette davvero smart perché associate a soluzioni oggi estremamente funzionali che consentono:

  1. La tutela del Brand
  2. La tutela del consumatore
  3. La tutela dei canali autorizzati

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